La vera bellezza

Sono passati un po’di giorni e dopo che molti hanno detto le solite frasi, per carità sono state tante e dettate da sicuro affetto, e, altri, le persone più vicine, hanno giustamente e dolorosamente espresso quello che in quel momento sentivano di dover dire, anche io, sommessamente, voglio esprimere il mio personale pensiero sulla scomparsa di Gianluca Vialli. Non necessariamente ognuno è tenuto a parlare di quello che è stato il triste argomento del giorno, perchè a volte, come si dice, il silenzio vale più di mille parole, ma Vialli non è stato un personaggio sportivo come altri e anche il più cieco degli osservatori, quando ha davanti agli occhi una rarità, un diamante, lo riconosce tra tanti. Anzitutto, per cominciare, posso dire che lui è stato uno dei miei idoli calcistici. Come tanti infatti in quel periodo, anche io ammiravo la sua tecnica, abbinata ad un fisico dirompente, e il suo modo spettacolare di fare gol, in sforbiciata, al volo e persino un gol di testa a Napoli da sdraiato in terra. Lo ammiravo a tal punto che, seppur non sono stato mai un tifoso della Juventus e non fui contento del suo passaggio dalla Samp ai bianconeri, quando alzò da capitano la Coppa dei Campioni nel cielo di Roma, sono sincero…provai un brivido. Ero semplicemente contento per lui, per quel giocatore per il quale soffrii e litigai con un amico durante i Mondiali di Italia ’90; Vialli era la stella che tutti aspettavano ma, dal nulla (o quasi) emerse il fenomeno Schillaci. Sono certo che l’attaccante blucerchiato passò un brutto momento, esasperato dalla sconfitta in semifinale con l’Argentina, ma anche in quella occasione nessuna lamentela, nessuna contestazione, in puro stile Gianluca Vialli. E andatelo a dire agli attaccanti di oggi che, cambiando 100 squadre in carriera senza alcun riguardo per i colori, quando segnano però all’ex squadra non esultano…si, andate a dirgli di quando Vialli fece un gol meraviglioso alla “sua” Cremonese e, pur contento per una tale prodezza, la sua gioia era naturalmente contenuta, senza teatrali atteggiamenti per il pubblico.
Gianluca Vialli non è stato solo questo e no….è stato anche un grande allenatore, in grado di vincere ben 5 trofei con il Chelsea in pochissimo tempo. Se lo avessi incontrato avrei sempre desiderato chiedergli perchè, dopo uno strabiliante inizio di carriera in panchina, non avesse continuato o ancora meglio nessuno non avesse fatto carte false per ingaggiarlo. Come se non bastasse, abbandonata precocemente la carriera da allenatore ha vestito con stile ed eleganza il ruolo di opinionista televisivo per poi tornare negli ultimi anni come dirigente della Nazionale e realizzare qualcosa che sinceramente ho difficoltà a descrivere. Quell’Europeo vinto, quell’abbraccio con l’amico di sempre Mancini, è un momento che appartiene a due uomini legati da profonda amicizia, ma allo stesso tempo appartiene anche a tutti noi italiani e ce lo teniamo stretto nel cuore.
Gianluca Vialli, è stato semplicemente simbolo di innata eleganza e di vera bellezza, quella bellezza che gli antichi greci associavano alla valenza interiore, quella bellezza che si irradiava insieme al gemello Roberto Mancini, quando nei campi di gioco hanno costituito una delle più belle coppie del calcio italiano e quella bellezza che il 19 giugno del 1991, splendeva alta nel cielo di Marassi e i meravigliosi colori della maglia blucerchiata, la più bella del mondo, si confondevano con le bandiere tricolori.
Con affetto, tristezza e tanta gratitudine, dedico questa scheda ad un”ragazzo” di 58 anni che ci ha dato tanto, pur lasciandoci presto, che solo la morte, invidiosa e iconoclasta ha tentato di “intaccarne” la rara bellezza. peraltro senza riuscirci……….e quel giorno in cui, battendo il Lecce, Vialli, Mancini e Vujadin Bosskov, insieme al sorridente presidente Mantovani correvano cantando con tifosi impazziti…forse anche noi, senza saperlo stavamo vivendo un momento irripetibile di grande bellezza.

10.01.2022 ore 20,00

Complesso sportivo di San Nicolò, Spoleto (PG)

Formazioni:

1.W. U.C. Sampdoria
Alessandro, Andrea D., Andrea A., Jacopo, Fabrizio

2.L. U.S. Lecce
Riccardo, Gianluca, Federico, Marco, Michele

Note: un’altra stagione dell’Atletico Martedì è iniziata, ufficialmente la 17ma, ufficiosamente abbiamo superato il ventennio. Voglio subito precisare che non sono d’accordo con chi potrebbe pensare che come inizio non sia stato un granchè. Sia perchè la partita, terminata con un risultato che lascia poco spazio alle interpretazioni, a mio avviso dovrebbe invece essere analizzata meglio, ma soprattutto perchè dare il calcio di inizio ad un nuovo anno, con quasi la totalità di atletici in campo, regala sempre emozioni forti. Io mi auguro solo che tutti noi ci possiamo gustare pienamente, in ogni singolo istante, ciò che abbiamo fatto in questi lunghissimi anni e che ancora stiamo costruendo. I numeri, i risulati, lasciamoli a chi gode nel verificarli….noi andiamo oltre. Il grande attore Robin Williams una volta disse”…quando sulla mia lapide vedrete un trattino tra due date, beh concentratevi su quello perchè è la cosa che conta”. Sono molto orgoglioso di tutti voi atletici e non vedo l’ora che arrivi martedì, provando la stessa emozione di 20 anni fa.
Dovendo, per dovere di narratore e “storico” di questa squadra, analizzare la cronaca del 1^ match dell’anno, posso senz’altro dire che la vittoria della Sampdoria, che alla fine ha raggiunto proporzioni importanti, non ammette repliche ma, allo stesso tempo, è frutto di alcune dinamiche che hanno fortemente condizionato il risultato. Vi è stato sicuramente un elemento intorno al quale poco si può recriminare, vale a dire la straordinaria prestazione del portiere Alessandro, che, insieme alla consueta dirompenza del compagno di squadra Jacopo, hanno annullato, anche nell’animo, le velleità degli avversari. Ma oltre a ciò è innegabile osservare come in fondo anche i giocatori del Lecce non abbiano fatto una pessima gara, creando comunque molte occasioni di gioco. Con tutta probabilità se questa gara si fosse rigiocata 10 volte (….se ci pensiamo si dice sempre così, ma è un assurdo anche nei termini)…beh allora potremmo forse affermare che l’avrebbe vinta tutte le volte la squadra blucerchiata, i cui giocatori hanno tutti disputato una grande gara, ma il punteggio in alcuni casi sarebbe stato diverso.

MVP. La nuova stagione è appena cominciata ma i grandi protagonisti di quella passata sono sempre lì e più in forma che mai. Grandissimo il contributo alla vittoria della propria squadra dato da Jacopo, che con una tripletta ha subito indirizzato il match, risultando nella prima parte della partita praticamente immarcabile, e da Alessandro che ha semplicemente parato tutto, dando un segnale di forza agli avversari e di grande sicurezza ai suoi compagni di squadra. Complimenti ad entrambi e applausi!

Terzo tempo. Mr Hyde Pub, Spoleto.

La vera bellezzaultima modifica: 2023-01-14T13:05:49+01:00da atleticomartedi
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