La lezione di Sonny

Forse in questo contesto di quasi uso esclusivo calcistico la mia considerazione poco c’entra o forse invece tutto è strettamente legato poichè i valori dello sport in fondo sono archetipi unici. Quel che è certo è che l’impresa di Sonny Colbrelli, ciclista con un nome con cui avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, dal gangster all’attore, vincitore della corsa più classica tra le classiche, la mitica Parigi-Roubaix, anche in una lunga stagione di altisonanti successi per i nostri colori, non può e non deve rimanere inosservata.
Si parla spesso di impresa nello sport sottolineando elementi che vanno aldilà del contesto agonistico, ebbene nel vedere un gregario correre la gara della vita, primeggiare contro tutte le avversità e coperto di fango tagliare incredulo il traguardo, c’è molto di più della vittoria. Nello gettarsi stremato a terra, sporco e non curante delle telecamere, quasi a dire “questo è il mio momento, lo aspetto da una vita, me lo sono guadagnato e guai c chi me lo tocca”, c’è qualcosa di diverso di un selfie o di un post su un social, c’è tutto il senso dello sport che possiamo intravedere attraverso ogni disciplina.
Mi piace fare collegamenti azzardati a volte e pensare che anche la nostra piccola grande squadra si ispiri a valori tipici dello sport e dell’aggregazione sociale, nel corso di questi anni ho provato sempre a ripeterlo e credo che ciò sia vero soprattutto quando abbiamo disputato partite che probabilmente solo noi avremmo giocato e nel disputarle ci siamo divertiti. Aldilà infatti della pazienza, disponibilità e passione di alcuni grazie ai quali si è riuscita ad acquisire tanta longevità agonistica, se l’Atletico ha attraversato diversi lustri è proprio perchè ha attinto ai valori più profondi della vita e dello sport.
Dovendo pensare ad una partita o ad una squadra che sia sinonimo di virtù e di vittoria allo stesso tempo, nessuna storia è più emblematica e ricca di significati di quella celeberrima che narra della Danimarca vincitrice ad Euro 1992. Questa scheda è dedicata a Peter Schmeichel, a Kim Wilfort, a Richard Moeller Nielsen e se vogliamo anche a MIcheal Laudrup, con il suo rifiuto di partecipare a quella spedizione. Tutti loro, con il loro comportamento, con le loro vite e con le loro gesta dentro e fuori del campo, ci hanno insegnato che in fondo è proprio vero…il calcio non è solo uno sport.
E con lo sfondo di una delle più incredibili vittorie della storia del calcio, ci accingiamo a raccontare di un pareggio, si perchè per noi disputare una partita in 8, divertirai e alla fine giovarsi di un perfetto pareggio, ha costituito il più dolce ed iconico dei successi.

5.10.2021 ore 20.00

Complesso Sportivo di San Nicolò, Spoleto (PG)

Formazioni:

1.Danimarcaù
Gianluca, Federico, Claudio, Jacopo

2.Germania
Marco, Ignazio, Besmir, Jared.

Note: con la partita disputata nella notte appena trascorsa, credo che abbiamo sfatato definitivamente l’ultimo dei falsi miti: il calcio ed i suoi surrogati si devono giocare con tutti gli effettivi in campo, se manca uno solo di questi non ne può venir fuori nulla di buono. A giudicare la qualità delle nostre gare giocate senza il canonico numero di giocatori richiesti, possiamo senz’altro dire che quando c’è la voglia di divertirsi ed un innato spirito di gruppo e di squadra, ogni singolo momento vissuto sul campo di gioco, per quanto imperfetto esso possa apparire, vale certamente la pena di essere goduto.
Quella che infatti si era presentata come una serata storta, con il serio pericolo di non essere nemmeno esistita, si è trasformato in un match molto bello a vedersi con standard di gioco assai elevati. Le due squadre, perfettamente assortite, non si sono risparmiate nel darsi battaglia fino all’ultimo secondo a suon di corsa, agonismo e tecnica di gioco. Da una parte la Danimarca, composta dai “soliti” atletici, abituati a trovarsi a fianco a fianco nelle serate di martedì, più statici e allo stesso tempo ordinati nelle retrovie, più fantasiosi e reattivi nella prima linea. Dall’altra la Germania, a dispetto del nome che evoca costanza e continuità, squadra nuova ed assai variegata, di grandissimo impatto tecnico e atletico, alla ricerca della migliore sistemazione sul manto verde. Il risultato di questa strana ma affascinante combinazione non poteva essere che un incontro all’insegna del botta e risposta, colpo su colpo e quando i “danesi” sembravano aver preso ormai il largo, ecco il ritorno del team tedesco fino agli ultimi epici istanti che ci hanno regalato un giusto pareggio.

MVP. E’ molto difficile scegliere un migliore in una serata come questa, quando tutti hanno dato il massimo e si sono distinti per la voglia di giocare, del resto se non fosse stato così ne sarebbe venuta fuori una partita priva di senso, già monca all’origine. Senza solo uno degli 8 in campo, anzitutto la gara non si sarebbe disputata e solo per questo tutti essi meritano una menzione, ma vi è di più, il loro modo di interpretare l’evento sportivo ha trasformato un episodio in origine insignificante in un momento da ricordare.
Volendo comunque fare una dedica a qualcuno in particolare preferisco pensare ai “MIcheal Laudrup” della circostanza, coloro che non hanno potuto partecipare o hanno scelto, supportati ovviamente da valide motivazioni, di non esserci, con l’auspico che la prossima volta avranno miglior sorte od un pizzico di intraprendenza in più.

Terzo tempo: non disputato.

La lezione di Sonnyultima modifica: 2021-10-07T00:36:47+02:00da atleticomartedi
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