Gloria o Niente

Siamo alle solite. La linea sottile che separa il successo dalla sconfitta non è poi così sottile, se è vero che l’unica cosa che conta nel mondo de calcio è la vittoria. Chissà perchè i meriti di chi è arrivato ad un passo dal primato, pur se raggiunti con grande sacrificio e magari anche a sorpresa, di colpo, nell’attimo del mancato raggiungimento dell’obiettivo, diminuiscono sensibilmente. Ma è giusto che sia così?
I più diranno sicuramente di si, perchè in fondo i secondi sono i primi tra gli sconfitti e perchè nei libri di storia ci vanno solo i vincitori, non c’è spazio per i comprimari.
Ma esiste anche un’altra corrente di pensiero, la quale sostiene, in estrema sintesi, come non conti il traguardo ma il cammino che si compie per raggiungerlo o per tentare di avvicinarsi ad esso. Ecco dunque che i parametri di valutazione cambiano ed anche un secondo classificato può ottenere il suo spicchio di gloria.
il 28 maggio del 1975 a Parigi si affrontarono, per la finale della Coppa dei Campioni, il formidabile ed invincibile Bayern Monaco di Franz Beckenbauer, Sepp Maier e Gerd Muller ed il Leeds United, che prima di allora non aveva mai raggiunto un simile traguardo e dopo di allora mai più lo avrebbe fatto. Malgrado un gol ingiustamente annullato, un rigore negato ed un dominio dei bianchi inglesi per oltre 70 minuti, come dice un proverbio del calcio (Gary Lineker docet) “il calcio è un gioco in cui 11 giocatori affrontano altri 11 giocatori e alla fine vincono sempre i tedeschi”.
Due gol negli ultimi minuti, uno a firma della solita sentenza Gerd Muller, condannarono il Leeds ad una sconfitta in fondo pronosticata, ma , in base a quanto visto quella sera a Parigi, del tutto immeritata.
Gli inglesi, guidati da Mr Armfiled, non mandarono giù quella disfatta e dichiararono che , se avessero potuto, avrebbero gettato al vento le medaglie d’argento ricevute.
Ma la storia ha dimostrato che essi avevano torto.
La leggenda di quel Leeds non è mai tramontata, ancora oggi si parla del gioco duro imposto da Don Reevie che portò i bianchi sul tetto dell’Inghilterra. Quel “Maledetto United”, proprio per uscire da quell’alone di essenzialità e condotta sportiva ai limiti della correttezza, nell’estate del 1974 fu affidato ad un uomo rivoluzionario, Brian Clough. In quei celeberrimi 44 giorni di permanenza ad Ellan Road, uno degli allenatori più grandi della storia del calcio cercò di imporre un nuovo stile attaccando i principi che fino a quel momento avevano regnato sovrani nel club guidato da Reevie. E così il manager che illuminò di gloria i cieli di Derby e di Nottingham….incredibilmente fallì.
Da quella debacle, conseguita dell’istrionico Clough, nacque la cavalcata che portò alla finale di Parigi.
Una storia troppo avventurosa per poter essere trascurata, troppo entusiasmante per non rimanere del tempo.

La scheda che segue è ispirata a quella notte e a quella partita in cui vincitori e vinti forse per un volta si misero a sedere sullo stesso trono della gloria.

Fratta Stadium

03/03/2020

ore 21,00 (orario effettivo di inizio 21,52)

Formazioni:

1.W. Bayern Monaco
Riccardo, Gianluca, Claudio, Marco, Alessandro.

2.L. Leeds United
Giuliano, Stefano, Federico, Massimo, Jacopo.

Note: per una volta lo possiamo dire senza ipocrisie e senza offendere nessuno, il sorteggio, nell’ultima giornata del nostro campionato, non è stato benevolo. Scorrendo infatti la composizione delle due formazioni è apparso fin da subito evidente come il Bayern Monaco fosse più attrezzato dei rivali per potenzialità tecniche e fisiche.
Malgrado questo, all’indomani della disputa e riavvolgendo il nastro della partita, credo che si possa senza ombra di dubbio affermare che abbiamo assistito ad una gara combattuta, non scontata e dal risultato in bilico in pratica fino alla fine. Conseguenze, ma anche magie, di un sorteggio integrale.
Il copione della gara era già scritto prima del fischio di inizio, con il Leeds rintanato nella sua retroguardia, pronto a ripartire in contropiede, avvalendosi della capacità del’estremo difensore Giuliano ad impostare il gioco, mentre il Bayern, titolare del possesso palla e intento a schiacciare gli avversari nella propria difesa. Quel che però non era annotato nel canovaccio del match era la fiera opposizione dei giocatori del Leeds che hanno tenuto testa ai bavaresi per lunghi tratti, mantenendo il punteggio in parità sino all’epilogo, dove la maggior qualità dei casaccati è venuta inevitabilmente fuori.
Al triplice fischio gli “inglesi” ed i “tedeschi” si sono ritirati negli spogliatoi entrambi soddisfatti.

MVP: Claudio. Due goals di rara precisione e fattura, oltre all’assist al compagno di squadra Gianluca per la rete decisiva. Non vi è dubbio come la firma sul successo bavarese sia stata apposta dall’atletico Claudio, a seguito dell’ennesima prova intrisa di classe, sacrifico ed efficacia realizzativa.

Terzo tempo: Mr Hyde Pub, Spoleto (PG).

Gloria o Nienteultima modifica: 2020-03-04T23:55:56+01:00da atleticomartedi
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