Sospesi nel tempo

E’ davvero strano parlare di sport in questo periodo. Molti si chiedono se è giusto farlo e non solo per tutto quello che sta accadendo intorno a noi, ma anche perchè il calcio, lo sport che amiamo tanto, è stato l’ultimo a piegarsi allo stop, mentre una tragedia senza precedenti, che ha cambiato il nostro modo di vivere, si abbatteva sulla nostra civiltà.
Eppure, malgrado tutto ciò ci sembri irreale ed in fondo ci fa indignare, se guardiamo indietro nel tempo, solamente una volta, nel 1915, il massimo campionato di calcio si è fermato.
Non so trovare spiegazioni ad un fatto del genere e forse hanno ragione colore che giustamente inveiscono dicendo che in Italia si può fermare ogni cosa ma guai a toccare il calcio, io però in tutto ciò cerco di vedere una motivazione più romantica, o meglio, posso raccontare la mia esperienza.
Nei momenti difficili della mia vita, quando la testa ti va per forza da una sola parte e niente, o quasi, ti riesce a distogliere da alcuni pensieri, gli unici posti dove ho potuto trovare tranquillità sono stati uno materiale, le librerie, dove mi perdevo e mi sembrava di non avvertire il trascorrere del tempo, ed un altro per così dire non collocato nello spazio: guardare partite di calcio. E’ vero per me, e non solo, è sempre stata una grande passione, ma nella realtà i nostri passatempi ci aiutano a non pensare ai problemi della vita e a vedere la speranza in fondo al tunnel.
E allora, senza perdere di vista una situazione che ci coglie tutti deboli ed impreparati, pensiamo a quando lo sport più bello del mondo riaprirà i battenti e ci chiediamo come andrà a finire e se finirà questa stagione calcistica.
A dire il vero non mi interessa molto quale sarà il risultato finale però mi piace analizzare i fatti per trarne, se possibile, delle conclusioni.
La stagione di serie A che fino a poche settimane fa stavamo vivendo è senza dubbio la più incerta da molti anni e questo evento, che in tanti riconducevano ad un innalzamento di livello delle maggiori inseguitrici della Juventus, forse ad oggi deve essere soggetto ad altre interpretazioni.
Onori e plausi vanno senza dubbio alla Lazio che, seguendo un progetto mirato, ha, tra gli altri aspetti, costruito in casa 3 top players sui quali non in tanti contavano. Immobile, dopo il fallimento di Dortmund e malgrado la bella stagione in granata, non aveva convinto tutti, era stato definitivamente etichettato come un buon giocatore, ma non da grande squadra, a Roma è diventato una macchina da gol. Luis Alberto, era quasi deriso e considerato un bidone, oggi è probabilmente uno dei migliori centrocampisti del mondo. Bravo chi ci ha creduto direte, certo, soprattutto se a farlo è un direttore sportivo che in molti campionati ci invidiano, Igli Tare. E poi….lo sport preferito dagli italiani, trovare difetti in chi calcisticamente non ne ha: Sergej Milinkovic-Savic. La non brillantissima stagione dello scorso anno era bastata per definirlo un incompiuto o uno che si era adagiato al dorato mondo del football, uno dei tanti insomma.
Che ottusità, come non vedere il talento abbinato a personalità e forza fisica? Come non vedere i tratti di un giocatore destinato a diventare semplicemente dominante?
Passando all’altra rivale della Vecchia Signora, forse la più accreditata, che dire….Ci sono due spiriti contrastanti nell’analizzare la stagione finora disputata dall’Inter. Da una parte non si possono non cogliere i tratti dell’influenza esercitata da Antonio Conte nel gruppo. Coesione, determinazione e spirito di sacrificio. Ma dall’altra, come un fantasma, aleggia la maledizione della Beneamata, se pensiamo che i nerazzurri sono quasi fuori dai giochi per il campionato, complici le sconfitte negli scontri diretti con Juve e Lazio, fuori dalla Champions, chiamati ad una difficile rimonta in Coppa Italia e ad un’ardua impresa come la vittoria in Europa League, terreno continentale in cui Conte non ha raccolto mai grandi soddisfazioni.
E allora, magari pensando anche inconsciamente che non andrà finire come al solito, pur se la Juventus del tanto discusso Sarri è in piena corsa su tutti i fronti, ci concentriamo sulla cosa più bella di questo campionato e non solo. L’Atalanta di Gasperini, con pieno merito tra le 8 squadre migliori d’Europa, è la vera luce in questi tempi di monotonia agonistica. Ricorda in tutto e per tutto la grande vis atletica delle migliori squadre inglesi partendo dall’idea di un gruppo affiatato composto da giocatori emergenti ed affamati. Un progetto limpido e che sembra ancora in divenire; se non verrà disgregato per esigenze di bilancio o per scelte personali, sarà quasi spontaneo chiedere l’ultimo step, giocarsi il titolo.
Pensando oltre, a quando finalmente noi tutti avremo la voglia di lanciare un pallone in un prato e correrci dietro, dimenticando tutto quello che stiamo vivendo, mi viene un ultimo pensiero.
27 partite vinte su 29 giocate, un dominio mondiale che dura da più di un anno, tutti i trofei continentali vinti ma con ultimo traguardo, riportare dopo 30 anni il titolo ad Anfield Road. Il Liverpool di Klopp ci è quasi, perchè lo merita, perchè è giusto così, spero proprio che il destino non gli neghi la possibilità di festeggiare. Se ciò invece accadrà presto anche noi metaforicamente saremo tutti in mezzo alla Kop a cantare You’ll never walk alone, celebrando i campioni ma soprattutto la vita che è tornata.

Sospesi nel tempoultima modifica: 2020-03-21T00:05:29+01:00da atleticomartedi
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