Il “vecchio” signore

Questo racconto è dedicato a Luigi. Oddio, se lui mi sentisse definirlo vecchio, si incavolerebbe non poco, perchè vecchio di certo non lo era e non solo anagraficamente parlando. Luigi faceva di tutto per non essere o sembrare tale, ma, anche se ciò può apparire forzato, questa definizione gli si addice molto. Anzitutto perchè lui si, era un vero signore; questa qualifica non si acquisisce in nessun corso, ma sono gli altri a notarlo e a pensarlo.In molte occasioni, in molti dei suoi comportamenti, era impossibile non accorgersene, soprattutto per la sua propensione per le buone cause. Anni fa, in occasione di una cena di beneficenza, organizzata dallo studio legale presso il quale lavoro, eventi ai quali lui non mancava mai, arrivando sempre per primo ed andandosene per ultimo, ci fu uno screzio con i proprietari del ristorante. Costoro, in barba alla causa che la serata sposava, pretesero soldi per persone che non erano potute essere presenti, soldi che inevitabilmente vennero prelevati dai fondi raccolti. Luigi per questo fatto si arrabbiò molto e disse”io qui non ci vengo più”. Più tardi venni a sapere che lui in quel locale aveva organizzato molte cene di lavoro, ma che dopo quel giorno non ci mise più piede.
E poi c’era la sua grande passione: la Juventus, la Vecchia Signora. Ho sempre pensato che con lui fosse impossibile parlare di calcio, perchè non riusciva a vedere oltre i colori bianco e nero. Anzi pensavo che appartenesse a quella stretta schiera di tifosi che nemmeno la stragrande maggioranza degli Juventini tollerano. Questo perchè nessuno era esente dalle sue critiche e per uno come me sentire screditare sportivamente gente come Buffon e Del Piero era un po’ contrario al mio modo di vedere lo sport che amo. Riflettendo però ho compreso alcune cose e tutto mi è apparso sotto un’altra luce. In fondo è vero i giocatori non sono nulla e ciò che conta è solo la squadra; diversamente non ameremmo più le cose o le persone accanto a noi per il solo fatto di aver cambiato idea o veste ed alimenteremmo pensieri egocentrici. Oltre a questo, da un tifoso come lui mi sarei aspettato grandi festeggiamenti o partecipazioni a sfilate dopo ogni vittoria, ma questo non è mai accaduto, evidentemente lo appagava il solo fatto che la sua squadra avesse vinto, non avvilire i tifosi avversari. Vi ho detto che la Juventus era la sua più grande passione sportiva, ma in realtà questo non è esattamente vero, perchè tutto appariva in secondo piano quando giocava lo Spoleto, la squadra della sua città, al quale era legatissimo da sempre, anche questa una particolarità che mi ha sempre incuriosito ed ho molto apprezzato, poichè celava dietro di sè ben altri valori.
L’ultima partita che possiamo dire di aver visto insieme è stata Juventus – Milan, semifinale di Coppa Italia, con noi c’era Michele, genero di Luigi, mio cognato e soprattutto mio amico. Lo so che molti lo potrebbero ritenere inverosimile, ma nè io, nonostante la vita a poco tempo di distanza mi ponesse ancora una volta ad assistere alla dura battaglia di una persona della mia cerchia famigliare contro la malattia, nè Luigi, malgrado fosse consapevole di ciò che stava affrontando e nè Michele, che di calcio probabilmente non glie ne è mai fregato nulla, in quel momento volevano essere in un posto diverso ed alla fine la partita ce la siamo vista e gustata. La magia dello sport che unisce aldilà di ogni aspetto, che ci lega per passione e sogni, che ci fa perdere in un ambito spazio-temporale al di fuori di tutto. o forse che funge da collante e pretesto per i sentimenti più profondi.
La vita è un’interminabile fonte di esperienze e di occasioni per apprendere e molto spesso il nostro accrescimento interiore passa attraverso l’incontro con delle persone,
Avendo la fortuna di incontrare Luigi, aldilà della stima e dell’affetto, ho avuto modo di capire che in fondo l’amore per il calcio non ha colori, che tutto ciò non è semplice passatempo ma una passione intensissima, rifugio dai problemi e fonte di energia per affrontare l’esistenza in maniera più scanzonata, Tale forza non può avere fazioni o divisioni radicali ma un’impronta universale ed ogni idea o pensiero che non tenga conto di tutto ciò nella vita e nello sport, oltre che inutile, se ci pensiamo bene è di scarso spessore. Del resto anche Luigi alla fine lo aveva ammesso, se è vero che una volta l’ho sentito dire di me ” si lo so è interista…ma è uno ragionevole”.
Ho poche certezze nella vita ma non ho il minimo dubbio che anche le più ferree e personali convinzioni siano ben poca cosa dinanzi alla grandezza di ciò che abbiamo accanto e al di sopra di noi.
“Ci sono più cose in cielo e in terra , Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”
(“Amleto” – William Shakespeare).

Il “vecchio” signoreultima modifica: 2020-06-18T02:54:08+02:00da atleticomartedi
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