Special people

Esistono tanti modi di vedere ed interpretare il calcio e non vi è nessuna prova che ognuno di loro sia quello giusto.
Prendete ad esempio gli allenatori. Solo chi ha giocato a calcio ad alti livelli può capire questo sport fino in fondo e saperlo insegnare, si perchè alcuni dettagli li conoscono solo coloro che hanno fatto parte di grandi gruppi e calcato prestigiosi palcoscenici. Ancelotti, Guardiola, Cruiff, Capello, Conte, Mancini, ne sono straordinari esempi. Nulla da dire, se non fosse che esiste una casistica consistente che smentisce ampiamente tale teoria. Per quest’ultima corrente di pensiero solo chi si approccia come neofita alle luci della ribalta può vedere le cose in modo chiaro, asettico, e cogliere particolari che altri non possono vedere. La forza di tali uomini risiederebbe proprio nel non essere vittime del pregiudizio calcistico in senso stretto, nell’approcciare al gruppo e al gioco in modo diverso. Arrigo Sacchi e Josè Mourinho, tanto per dirne due a caso, confermano questa ipotesi.
Proprio il richiamo allo special one, nome molto in auge in questo periodo a causa della nascita del binomio sorprendete ed esplosivo con la Roma, mi fa venire in mente uno dei diversi modi di avvicinarsi alla panchina e alle partite di calcio. Il tecnico portoghese, ai tempi dell’Inter credeva a tal punto nelle proprie capacità ed in quelle dei propri giocatori da pensare di poter sconfiggere l’avversario in qualsiasi condizione. Lui, come tanti altri nel suo ruolo, precursori ed ispirati, hanno visto una strada tracciata nelle proprie convinzioni che solo in pochi potevano intravedere. La grande lotta che questi allenatori hanno dovuto combattere per tutta la propria carriera è stata quella di convincere le proprie squadre a credere nell’esistenza di tale strada, riuscendo spesso nel proprio intento.
La scheda che segue è dedicata ad una partita in particolare, passata alla storia forse per il motivo sbagliato.
20 febbraio 2010, allo stadio S. Siro si gioca Inter vs Sampdoria. Sarà la gara delle tante contestazioni e di un gesto su tutti: le manette mimate da Josè Mourinho ai bordi del campo. L’Inter giocherà quella partita in 9 vs 11 dalla fine del primo tempo e, malgrado ciò, offrirà una prestazione incredibile, rischiando anche di vincere la partita.
Nonostante le espulsioni (contestate dentro o fuori dal campo) ed il gesto dello special one, che a fine gara dirà “sono convinto che quest’anno dovranno arrestarci per fermarci”, quell’incontro rimane un limpidissimo esempio di impresa calcistica ottenuta in inferiorità numerica. Gli atletici non interisti, per una volta non se la abbiano a male se li vesto di nerazzurro, celebrando, aldilà dei colori, la loro bellissima vittoria.

11/05/2021 ore 19,15

Complesso sportivo di Firenzuola

Formazioni:
1.W. Internazionale
Daniele, Gianluca, Mirco, Marco

2.L. Sampdoria
Riccardo, Federico, Andrea, Enrico, Giuliano.

Note: domanda: cosa si fa se 10 minuti prima di una partita di calcetto viene a mancare un elemento? Messe da parte le imprecazioni del caso che, tuttavia, sono d’accordo con voi ci stanno bene, il manuale dell’organizzatore di partite di calcetto, una delle professioni più stressanti nel panorama pseudo- hobbistico (non so si dice così ma vi assicuro che talvolta è più di un lavoro), deve procedere canonicamente in questo modo. Non amando i cambi, soprattutto nel periodo invernale, schiera i 4 giocatori migliori su una squadra, o meglio i 4 migliori corridori, e gli altri, in superiorità numerica, nell’altra squadra. Quanto al portiere, beh le correnti di pensiero prevalenti sostengono che nella squadra di 4 sia preferibile un portiere c.d. volante. Questa la teoria, ma perchè essa si trasformi in pratica e ne esca una partita decente, ci vogliono interpreti eccezionali. Ebbene, alcun dubbio vi è che i giocatori dell’Inter abbiano svolto il proprio ruolo, dominando il campo e il gioco, in maniera esemplare . Perfette le incursioni offensive ed i ripiegamenti difensivi, anche nei momenti in cui la Sampdoria esercitava la pressione con l’uomo in più. E poi, a dare il colpo di grazia agli avversari, conclusioni mirate e spietate che non hanno dato scampo al portiere rivale, usando il proprio estremo difensore per accorciare il campo. Di contro, la squadra blucerchiata, consapevole del divario tecnico, ha offerto una buona prestazione, intrisa di impegno e generosità, impreziosita dal grande ritorno dell’atletico Enrico. Alla fine, anche se tutto faceva pensare ad una serata inutile e noiosa, il campo e soprattutto i giocatori hanno capovolto la storia di questa partita.

MVP: i 4 dell’Inter sono stati strepitosi, ognuno di loro ha pressato, difeso e segnato. Tutti meriterebbero le luci dei riflettori, vincere con l’uomo in meno non è mai scontato. Volendo però scegliere un nome, anche per eleggerlo a simbolo della serata, punto il dito su Marco che, oltre a compiere sul terreno di gioco le predette azioni, ha realizzato alcune reti di pregevole fattura che hanno ucciso gli ultimi moti di rimonta degli avversari.

Terzo tempo: non disputato.

Special peopleultima modifica: 2021-05-13T23:59:51+02:00da atleticomartedi
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