Rivoluzionari per caso

Lo ammetto, quando si sono riaperti i cancelli dei campi di calcetto dopo il lockdown, avrei creduto che non avremmo più trovato un terreno di gioco libero per mesi e forse per qualche giorno la sensazione è stata quella ….ma l’effetto è durato poco. Nella mia mente pensavo erroneamente che le persone avrebbero riapprezzato ciò che prima della pandemia appariva quasi scontato. Ad oggi non solo posso dire che mi sbagliavo di grosso ma che gli effetti di quanto accaduto sono stati devastanti sulle abitudini ed il modo di agire degli individui.
L’Atletico Martedì è una realtà certamente amatoriale e non strutturata, ma ha una storia molto più consolidata di altre unità sportive, con un lungo percorso di amicizia e di bellissimi eventi vissuti insieme. Nonostante ciò, allo stato attuale, tornare a quello che eravamo, risulta un’impresa non da poco. Ci sono molte spiegazioni a quanto stiamo vivendo: è la fine naturale di un ciclo iniziato circa vent’anni fa e tenuto in piedi quasi miracolosamente? L’avvento di altri sport, tra cui il “famigerato padel” (sul quale non mi esprimo solo per i tanti amici che lo praticano e per il rispetto che nutro nei loro confronti ed in genere per ogni tipo di sport) ha minato definitivamente lo svolgimento di ciò che ha sempre rappresentato il passatempo nazionale? Oppure c’è altro?
Io credo sinceramente che non eravamo davvero preparati all’avvento di una pandemia…lo so dico una cosa banalissima…ma quello che voglio comunicare è che oltre agli effetti crudeli ed ai segni che il virus ha lasciato sul campo, ce ne sono altri ancora più subdoli che hanno colpito le nostre vite, il nostro modo di essere e di agire. Non siamo più quelli che eravamo prima dell’avvento di questo nemico invisibile, come in un celeberrimo racconto di Stephen King, una nebbia fitta, ma allo stesso modo impercettibile, si è diffusa intorno a noi e a poco a poco è penetrata nelle nostre case e nelle nostre vite.
Per questi motivi, posso certamente affermare, che al giorno d’oggi, riunirsi in un campo di calcetto per disputare una partita, dopo tutti questi anni, sfidando le barriere personali che ogni giorno ci dicono di non farlo ed una società trasformata che viaggia verso altri lidi, costituisce a tutti gli effetti un atto rivoluzionario.
Del resto chi continuerebbe ostinatamente in quello che ha rappresentato la propria passione, difronte ad usi che vertono chiaramente su altri centri di interesse e a persone che spronate partecipano a ciò che un giorno rappresentava invece un grande motivo di privilegio? Li definirei pazzi, però a me piace chiamarli rivoluzionari.
Nel mondo del calcio tuttavia pallone e rivoluzione non sono esattamente una novità.
Nei primi anni 80′ in Brasile si sviluppò tra le fila della squadra del Corinthias quello che fu definito un vero e proprio esperimento sociale; presidente e giocatori si accorsero che il mondo del calcio non era più lo stesso, giravano troppi soldi e dilagava sempre di più corruzione e cattive gestioni, in una parola si erano persi i valori che erano alla base di questo sport. Il risultato di questo esperimento fu denominato “Democrazia Corinthiana” e vedeva come principio cardine la completa autogestione della squadra su tutti gli aspetti, anche quelli che di norma venivano affidati ad altre figure. Lo spogliatoio era il luogo inviolabile dove venivano prese tutte le decisioni. Come guida, oserei dire filosofica, di questo gruppo, venne nominato un uomo di cui il mondo del calcio negli anni avvenire avrebbe sentito molto parlare, sia in campo che fuori. Socrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio noto come Socrates, ha illuminato i campi di calcio non solo per la sua eleganza nello stilo di gioco, ma anche per essere una delle prime teste pensanti nel mondo del pallone. Laureato in medicina, una volta terminata la carriera di calciatore, esercitò la professione di medico, ma Socrates fu tante cose, straordinario protagonista di quel Brasile 82 che gli Dei del calcio avevano assemblato per donarlo agli uomini, non tenendo conto della nemesi chiamata Paolo Rossi, filosofo e soprattutto portavoce di quella Democrazia Corinthiana che aprì gli occhi del mondo dello sport dinanzi al baratro.
Quel Corinthias, tra l’altro, grazie anche alle prodezze di “Magrao” (così soprannominato per il suo fisico filiforme), conquistò 2 titoli brasiliani ingaggiando memorabili sfide con il Santos,
La scheda che segue è ispirata proprio a quelle partite con la consapevolezza che a volte per essere rivoluzionari non c’è bisogno di inventare necessariamente qualcosa, ma basta semplicemente seguire le proprie passioni ed i giusti valori.

17/08/2021 ore 20,00

Campo di Calcetto di San Nicolò, Spoleto (PG)

Formazioni:

1.W. Corinthias
Gianluca, Federico, Claudio, Simone, Marco

2.L. Santos
Giuliano, Riccardo, Francesco, Jacopo, Andrea D., Andrea A.

Note: la partita si potrebbe riassumere semplicemente con lo scontro epocale tra i 2 centravanti delle squadre. Da una parte Simone, il veterano dell’Atletico Martedì, ancora in grado di dire la sua e di essere decisivo con le sue giocate estemporanee e geniali; dall’altra il giovanissimo Riccardo, figlio d’arte, talentuoso e volenteroso che, senza paura, ha impresso il proprio marchio sulla gara con pregevolissimi spunti e con un innato senso della porta.
Tuttavia, faremo un errore non menzionando l’ottimo rientro di Andrea (Duranti), che si è messo al servizio della squadra gestendo al meglio la propria prestazione e tutti gli altri giocatori che hanno offerto una buona performance, malgrado non si giocasse da tempo. Il risultato conta davvero poco ma la vittoria del Corinthias probabilmente è stata decretata dal fatto che la suddetta compagine fosse composta da giocatori che già si conoscevano e sapevano come muoversi in campo, mentre il Santos, con tanti giocatori diversi e che militavano insieme per la prima volta, ha dovuto improvvisare in alcune fasi della gara, riuscendo però alla fine a tirar fuori una prestazione assolutamente degna di rilievo.

MVP. Non si può non premiare un ragazzo giovanissimo che corre dietro ad ogni pallone, segna 3 gol contro i grandi e mette in mostra ottima tecnica e spirito di squadra. Guardandolo correre entusiasta e vedendo il suo sorriso alla fine della partita, gli invidio quella sensazione unica di divertimento che forse molti di noi hanno smarrito. Grazie Riccardo.
“Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa…lì ricomincia la storia del calcio” (Jorge Luis Borges)

Terzo tempo: non disputato

Rivoluzionari per casoultima modifica: 2021-08-19T20:37:35+02:00da atleticomartedi
Reposta per primo quest’articolo