La corte dell’avvoltoio

Pur sforzandomi nel non esaltarmi dinanzi alle nostre partite e a non volerne ravvisare per forza la specialità, non posso rimanere indifferente rispetto a gare come quella disputata l’ultimo martedì. Spesso dal nulla nascono cose bellissime e quella che sembrava l’ennesima settimana senza calcetto si è trasformata in un’inaspettata serata di divertimento.
La partecipazione last minute di 3 giovani calciatori, grazie alla collaborazione dell’atletico Jacopo, non solo ci ha salvato il martedì, ma ha dato l’opportunità ad alcuni di noi di mettersi di nuovo alla prova e di percepire nell’aria quell’odore di sfida che sentivamo anni fa quando affrontavamo avversari inediti nei tornei cittadini.
Alla fine credo che tutto sia andato come meglio non poteva, un bel pareggio tra i giovani e gli”esperti” atletici(definirci vecchi mi pare eccessivo), una partita combattuta sino all’ultimo secondo ed un clima di marcato agonismo, ma anche di grande rispetto da entrambe le parti.
Riflettendo su un gruppo di giocatori all’interno del quale gioventù ed esperienza si sono unite in un mix quasi perfetto, mi viene in mente una canzone degli 883, che, come ho avuto modo di ricordare in un altro resoconto post martedì, mi fa venire sempre i brividi ogni volta che la ascolto. Il buon Max Pezzali ne “Gli Anni” cita infatti, non a caso, il Grande Real, riferendosi alle merengues non genericamente ma alludendo a quel celeberrimo team che negli anni 80’ spopolò facendo incetta di trofei nazionali ed internazionali. Quella squadra magnifica aveva una doppia anima, avvalendosi di giocatori di grande esperienza come Camacho, Valdano ed Hugo Sanchez ma puntando anche su una serie di giovani terribili, divenuti poi famosi con il nome della “ Quinta del Buitre”, prendendo spunto del suo figlio più celebre, l’avvoltoio Emilio Butragueno.
In una serie di emozioni che nella vita si fondono e si susseguono, da piccolo ho odiato quel Real, ho odiato Butragueno, Michel, Sanchis, Martin Vazquez e compagni, ho sofferto vedendoli battere l’Inter al Bernabeu in 2 semifinali consecutive di Coppa Uefa e non avrei pensato 30 anni dopo di dedicare a loro perfino un racconto, ma ora, a distanza di tanto tempo e con la mente lucida, posso affermare che quei blancos erano una grandissima squadra e la scheda che segue non può che essere dedicata a quelle indimenticabili partite.

9.11.2021 ore 20,00

Complesso Sportivo di San Nicolò, Spoleto (PG)

Formazioni:
1.w. Internazionale Milano
Gianluca, Federico, Jacopo, Besmir, Marco

2.L. Real Madrid C.F.
Riccardo, Ignazio, (Butragueno), (Martin Vazquez), (Sanchis).

Note: per chi si imbatte per la prima volta in uno dei nostri racconti del martedì, non si stupisca e non creda di aver sbagliato a leggere. Certo sarebbe stato bello se i veri Butragueno, Martin Vazquez e Sanchis fossero stati in campo con noi, ma la verità è che non ricordando, colpevolmente, i nomi dei nostri 3 giovani avversari, proprio in onore della celeberrima squadra, sopra citata, ho voluto omaggiarli per ringraziarli della loro partecipazione e per aver reso possibile lo svolgimento di una partita da ricordare.
Quando, a livello amatoriale, schieri due squadre che si distinguono per una rilevante differenza anagrafica, il rischio di assistere ad un incontro squilibrato è elevato. Nonostante ciò, la vista di quei ragazzi che hanno ricordato a molti di noi come eravamo quando calcavamo i campi di calcetto agli inizi, ci ha stimolato a voler affrontare la sfida, a vedere se eravamo ancora in grado di reggere la competizione. Ebbene oggi lo possiamo dire: il nostro ardire è stato ripagato, ne è valsa davvero la pena. Al termine di un match molto combattuto, giocato inevitabilmente ad alti ritmi, l’Internazionale, dopo un incipit sofferto e dopo aver subito il ritmo incessante dei rivali, pian piano ha rialzato la testa, rientrando in partita, e alla fine strappando un pareggio che per i suoi giocatori sa molto di vittoria. Analizzando la partita senza l’enfasi del momento, passando in rassegna i momenti salienti del match ed esaltando la prova dei giovani calciatori, che si sono distinti non solo per qualità tecniche, ma anche per il rispetto degli avversari, possiamo affermare con serenità che il pareggio sostanzialmente, moralmente e filosoficamente, è stato senz’altro il risultato più giusto.

MVP. Ignazio. Un giocatore buono per ogni frangente della partita e per ogni ruolo di gioco. Sempre al momento e al posto giusto, ottimo nei fondamentali e perfetto nell’inserirsi all’interno del gruppo e dell’organizzazione di squadra; al termine di una partita impeccabile si è concesso anche il lusso di tirare un rigore alla Jorginho nella rassegna finale dagli 11 metri. Una prova che non è passata inosservata nemmeno tra i suoi giovani compagni se è vero che uno di loro scherzando (ma non troppo), rivolgendosi a lui ha detto: “ Da grande voglio essere come te!”.

Terzo tempo: M. Hide Pub, Spoleto (PG).

La corte dell’avvoltoioultima modifica: 2021-11-12T00:05:57+01:00da atleticomartedi
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