Storia dell’allenatore gentiluomo e del ragazzo che fece ritorno divenuto uomo

Ci sono storie che a me piace raccontare più delle altre e non perchè alcune sono meno belle e importanti, come sapete sostengo da anni che la letteratura calcistica sia un genere sottovalutato, a chi non è d’accordo direi di andarsi a leggere i testi di Osvaldo Soriano ad esempio, e solo per citarne uno, ma è indubbio che certi racconti sembrano nascere per poi divenire romanzi, per la straordinarietà dei protagonisti.
In questa stagione calcistica un po’ folle, ricca sì di tante conferme ma anche di piacevoli novità, non è certo passato inosservato ai molti che dopo tanti anni la finale dei Coppa del Re in Spagna non ha visto presenti le grandi. In una partita inedita per questa occasione si sono trovate di fronte Betis, o meglio Real Betis, e Valencia. Dopo un equilibrio prolungato (1-1 al termine dei tempi regolamentari), l’ha spuntata ai rigori il Betis e per i gialloverdi si è trattato di un grande successo caratterizzato da due nomi in particolare. Il primo è certamente quello dell’allenatore Manuel Pellegrini, un gentiluomo cileno di 69 anni che si è tolto l’ennesima soddisfazione della sua grande carriera. Si, avete letto bene, grande carriera. Perchè il palmares di Pellegrini è importante e di notevole spessore. Dopo due campionati argentini vinti alla guida del San Lorenzo e del River Plate, Pellegrini si è traferito in Europa al Villareal. La Leggenda del sottomarino giallo nasce proprio con lui, grazie ad un incredibile secondo posto nella Liga 2008 e ad una altrettanto fantastica semifinale di Champions League. Le grandi gesta compiute come allenatore del Villareal convincono il Real Madrid ad ingaggiarlo. Alla giuda delle Merengues è vero non vincerà nulla ma rimane scolpito nella memoria dei tifosi quel campionato perso con ben 96 punti in classifica e 102 gol fatti… troppo poco per battere il super Barcellona di Messi e Guardiola.
Pellegrini continua la sua straordinaria carriera al Manchester City, dove vincerà due Coppe di Lega e la premier. Quest’ultima peraltro non una vittoria qualsiasi, ma ottenuta al termine di un avvincente duello con il Chelsea di Mourinho ed il LIverpool di Brendan Rodgers, decisa da un beffardo scivolone di Steven Gerrard. Il tutto mantenendo sempre un basso profilo, con classe ed eleganza; una condotta assai distante dal calcio urlato e plateale di questi ultimi anni, che ha però creato degli idoli mediatici oscurando invece la professionalità e le qualità di alcuni allenatori.
La vittoria del Betis in Coppa del Re porta tuttavia un’altra prestigiosa firma, quella di chi la stessa coppa, con quegli stessi colori, l’ha già alzata ben 17 anni prima. Il nome di Joaquin Sanchez Rodriguez, al secolo semplicemente Joaquin, non è uno qualunque, specialmente a Siviglia. Funambolo della fascia, giocatore dotato di grande fantasia e nazionale spagnolo, Joaquin è stato per alcuni anni uno dei migliori esterni offensivi d’Europa. Il suo apice lo ha raggiunto proprio nella stagione 2004/2005 quando ha guidato il Real Betis alla vittoria di una storica Coppa del Re. Poi, al culmine della carriera, l’addio ai colori biancoverdi, un lungo pellegrinare in Spagna (ottime le sue stagioni soprattutto al Valencia) e in altri campionati europei (una stagione anche alla Fiorentina) ed infine, dopo 10 anni, il ritorno a casa, all’amato Betis. A 40 anni, da capitano, l’apoteosi e la vittoria della seconda Coppa del Re con il club di Siviglia, 17 anni dopo la prima.
La scheda che segue è dedicata a quest’ultimo successo, ma anche a questi due grandi personaggi che, l’uno con classe e competenza, l’altro con estro e fantasia, hanno regalato bellissime emozioni ed importanti insegnamenti al mondo del calcio.

26.04.2022 ore 20,00

Complesso Sportivo di San Nicolò (PG)

Formazioni:

1.W. Real Betis
Alessandro, Besmir, Ignazio, Roberto, Fabrizio

2.L. Valencia
Riccardo, Federico, Andrea, Claudio, Ottavio

Note: l’ultima giornata del campionato Atletico lascia aperti molti interrogativi, legati a ciò che poteva essere ma non è avvenuto. Per quanto i primi minuti di gioco abbiano evidenziato una maggiore pressione del Betis ed un continuo assedio all’area di rigore del Valencia, l’infortunio di Claudio, verificatosi dopo poco tempo dal fischio di inizio, ha certamente stravolto gli equilibri, comportando una nuova veste delle due squadre, fino ad arrivare addirittura ad uno scambio tra i giocatori delle due compagini. In questa situazione confusionaria, ampliata dalla presenza di nuovi elementi in campo, possiamo però delineare senza dubbio una supremazia del Betis, meglio organizzato e con una manovra di gioco più fluida, rispetto al Valencia che è sembrato a tratti intimorito e non è riuscito per lunghi momenti ad evadere dalla propria aerea di rigore. Tutti questi mutamenti hanno prodotto una prima parte della gara nettamente a favore del Betis ed una seconda in cui il Valencia, riorganizzando i propri reparti, non ha affatto demeritato rischiando di riaprire il match.

MVP. Alessandro e Besmir. Grazie all’atletico Roberto, anche lui autore di una notevolissima partita, abbiamo per la prima volta un ex aequo per il vincitore di giornata. Alessandro ” perchè si è dimostrato valido sia tra i pali sia come attaccante” e Besmir ” perchè è stato onnipresente in tutte le zone del campo”. Bravi ragazzi!

Terzo tempo: V4 Le Mattonelle, Spoleto.

Storia dell’allenatore gentiluomo e del ragazzo che fece ritorno divenuto uomoultima modifica: 2022-04-28T23:35:15+02:00da atleticomartedi
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