Oltre l’azzurro

Nel calcio come nella vita nulla si inventa e ciò malgrado ogni tanto compaiano personaggi che si pavoneggiano pensando di aver scoperto qualcosa di nuovo. Pensiamo ad esempio agli allenatori. Un personaggio come Mourinho probabilmente non ci sarebbe mai stato senza Brian Clough, Guardiola non avrebbe mai inventato il tiki taka senza Crujiff, Sacchi non avrebbe partorito le sue grandi idee senza il calcio totale di Rinus Michels e Ernst Happel. Ebbene, guardando entro i nostri confini, Capello, Lippi, Ancelotti e tanti altri hanno avuto come loro grande predecessore forse il più grande allenatore italiano, Vittorio Pozzo.
Pozzo, ancora molto giovane, alterna il suo lavoro di operaio alla PIrelli agli studi ed alcuni viaggi all’estero, dove ha la fortuna di vedere molte partite di calcio; la sua passione nasce proprio lì e quando torna in Italia è tra i fondatori del Torino Football Club.
La sua esperienza di calcio internazionale e le buone prestazioni alla guida del Torino lo portano a meritarsi nel 1912 la chiamata come allenatore della Nazionale, motivo per cui Pozzo lascerà il suo lavoro alla Pirelli. Ma ciò che è imprevedibile è dietro l’angolo e lo scoppio della prima guerra mondiale interrompe le competizioni. La ripresa dell’attività agonistica culmina in uno dei momenti più importanti della storia del calcio italiano. La nostra Nazionale mette in fila una striscia di successi che rimarrà nella leggenda. Mondiale del 1934, Olimpiade nel 1936 e di nuovo Mondiale nel 1938, in una storica finale a Parigi, allo stadio Colombes (quello di Fuga per la Vittoria), contro la grande Ungheria. E’ l’apoteosi di Pozzo e dei suoi ragazzi, nomi che rimarranno nella storia del calcio, come Meazza, Piola, Raimondo Orsi e Giovanni Ferrari. Quello sarà l’apice dell’allenatore piemontese che guiderà i suoi giocatori non solo con competenza tecnica, ma anche con straordinaria umanità. Anni dopo, in un’intervista ad un giornale, Pozzo metterà in luce alcuni aspetti in comune tra l’esperienza in Nazionale a quella in cui era tenente degli Alpini durante la prima guerra mondiale. La fine della storia di Pozzo con la squadra azzurra sarà purtroppo agevolata anche dall’incombere del secondo conflitto mondiale ed un altro terribile episodio segnerà la sua vita; nel 1949 sarà chiamato infatti a riconoscere i corpi di molti dei suoi ragazzi, componenti del Grande Torino, periti nella tragedia di Superga.
Pozzo è stato uno dei più grandi allenatori di calcio di tutti i tempi, capostipite di un gioco che forse non c’è più ma portatore allo stesso tempo di valori attualissimi. Nonostante questo, rispetto alla sua grandezza, è stato in parte dimenticato; ora riposa nel piccolo cimitero di Ponderano, comune della provincia di Biella, sulla sua lapide c’è scritto” Vive nel futuro. Dove l’azzurro delle maglie diventa l’azzurro dei cieli”.
La scheda che segue è dedicata alla storica finale della Coppa del Mondo del 1938 a Parigi, dove Pozzo e i suoi ragazzi oltrepassarono le linee del tempo e divennero immortali.

21.6.2022 ore 20,00

Complesso Sportivo di San Nicolò, Spoleto.

Formazioni:

1.W. Italia
Alessandro, Federico, Ignazio, Andrea, Jacopo.

2. L. Ungheria.
Riccardo, Gianluca, Marco, Michele, Claudio.

Note: le partite di calcio non sono mai come te le aspetti, forse è anche questa la bellezza del gioco. Accade che gare che non hanno quasi nulla da dire si trasformino invece in serate epiche, mentre altre volte, le grandi attese per il match che si sta per celebrare, divengano di lì a poco delle piccole delusioni.
Sia ben chiaro, quando si gioca tra amici c’è ben poco di deludente, ne vale sempre la pena, ma è indubbio che il nostro ultimo incontro, alla presenza di tutti atletici, vissuto con trepidante attesa, alla fine non è stato agonisticamente memorabile e questo anche per il verificarsi di alcuni fattori. Certamente il caldo incessante di questi ultimi giorni ha fiaccato i ritmi dei giocatori e, inoltre, l’infortunio di chi vi scrive, sicuramente non fondamentale, ha però cambiato qualcosa nello sviluppo in campo, soprattutto per l’ingresso dell’atletico Alessandro come giocatore di movimento. C’è da dire d’altronde, per non sminuire troppo di demeriti dell’Italia, come la partita, al momento del cambio, fosse già incanalata a favore degli azzurri e che l’ingresso in campo di Alessandro ha d’altra parte indebolito la difesa dei pali.
Malgrado tutto, anche se l’Italia ha interpretato al meglio la partita con ottime prestazioni di alcuni dei suoi giocatori, prima fra tutti l’atletico Andrea, e l’Ungheria non abbia demeritato, provandoci con impegno e tenacia sino alla fine, il match forse era già scritto e la gara si è indirizzata verso una via univoca dalla quale non ha più deviato, sancendo una netta vittoria per i non casaccati.

MVP. Andrea. “…distintosi per ottime doti tecniche, posizionamenti e presenza nella manovra, un vero e proprio box to box nella serata…” In questi casi, come al solito, solo applausi!

Terzo tempo. V4 Le Mattonelle, Spoleto.

Oltre l’azzurroultima modifica: 2022-06-25T17:12:12+02:00da atleticomartedi
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