“Il paradosso del calabrone”

Corre l’anno 1993 e sulla panchina di un club di un piccolo centro di provincia, ma dalle grandi ambizioni, arriva Mr Osvaldo Jaconi, detto “Il Mago” per l’elevato numero di promozioni raggiunte. Il club in questione, grazie agli importanti investimenti del suo presidente Gabriele Gravina (attuale presidente della FIGC), milita in C2, ma pensa già in grande, motivo per cui ha ingaggiato Jaconi. Appena arrivato nel centro sportivo, il tecnico comasco ordina di scrivere sui muri dello spogliatoio questa frase: ” Con le sue ali piccole, in relazione al suo peso, il calabrone da solo non potrebbe volare. Ma lui non lo sa e vola lo stesso. Per farlo deve studiare continuamente le leggi della fisica”. Queste parole, che la cultura popolare ha attribuito erroneamente ad Einstein, ma in realtà sembra siano state pronunciate da uno scienziato svizzero dell’Università di Gottingen, Jaconi dirà di averle sentite per radio e di aver subito pensato che si adattavano bene alla realtà della sua squadra. Verità o leggenda, ma è dal paradosso del calabrone che nasce una delle più incredibili favole del calcio professionistico italiana, la miracolosa parabola del Castel di Sangro. 5000 abitanti appena, ma tanta voglia di calcio e ambizioni mai nascoste; l’arrivo del Mago cambia tutto e la squadra, dopo essersi classificata al 3^ posto al termine del campionato, ai playoffs compie l’impresa e approda in C1. Ma è solo l’inizio. Nella stagione successiva il Castel di Sangro va fortissimo e alla fine della stagione regolare si piazza al secondo posto del girone B della C1, dietro solo al favoritissimo Lecce. Si va ancora una volta ad agli spareggi ed il Castello (come lo chiamano i suoi tifosi) incontra un’altra favola calcistica da noi tutti ben conosciuta: il Gualdo. All’andata finisce 1-0 per gli Umbri ma al ritorno alla squadra di Jaconi basta vincere anche con lo stesso punteggio (in virtù del miglior piazzamento in campionato). La gara è equilibratissima ed il Gualdo di Cavasin erge un muro insormontabile; si arriva al 90′ e a questo punto “Il Mago” fa una scelta a molti incomprensibile, toglie dal campo il talento Bonomi, stella della squadra e calciatore dal sinistro magico, per mettere in campo il rude difensore D’Angelo. Di lì a poco, come nelle migliori leggende, una palla disperata viene scaraventata nell’area di rigore degli ospiti, D’Angelo se la trova tra i piedi, la stoppa e la mette sotto la traversa di sinistro, il suo piede peggiore. A fine partita Jaconi dirà ” con un nome così, se non sono segni del destino, non saprei come definirli”. Ma manca ancora un tassello perchè accada l’imponderabile, ovvero che un centro di 5000 abitanti possa annoverare una squadra in serie B. La storia, la cabala ed un pizzico di sana follia si incrociano allo stadio Zaccheria di Foggia, di fronte una delle candidate alla serie B, l’Ascoli. La partita è molto combattuta ed il risultato non si smuove, nemmeno dopo 120 minuti. Si va ai rigori ed ecco che ancora una volta Jaconi ha una delle sue visioni, toglie il suo portiere titolare De Iulis, che esce imprecando contro di lui e schiera tra i pali il secondo portiere Pietro Spinosa, che fino ad allora non aveva mai calcato il campo di gioco. Si, avete capito bene, come Luis Van Gaal con l’Olanda ai mondiali del 2014, ben 18 anni prima! La giostra dei rigori, è infinita, si va ad oltranza finchè al 14mo penalty Spinosa para e porta il Castello in B. 5000 abitanti ed uno stadio impazziscono…il calabrone ha volato pur sapendo di non poterlo fare.
L’anno seguente la squadra si rinforza ulteriormente per affrontare la serie cadetta, ma il destino ha un conto aperto con il team abruzzese e la stagione è un susseguirsi di infortuni ed imprevisti fino ad arrivare a quel terribile giorno in cui il conto si fa più salato. Ancora una volta l’Umbria si trova sulla strada del Castello e nei pressi di Orvieto, in un terribile incidente, muoiono i giocatori Danilo Di Vincenzo e Filippo Biondi. Biondi ha 18 anni ed è una grande promessa, Di Vincenzo ne ha 28 ed è un bomber molto rinomato soprattutto per i suoi tanti gol nei campionati di serie C. Il piccolo centro è sconvolto e tutti si stringono intorno alle famiglie dei due ragazzi. La squadra non c’è più ed il contraccolpo è fortissimo, il Castello precipita in fondo alla classifica, ma quando tutto sembra finito, i ragazzi di Jaconi, grazie anche agli innesti in corso d’opera (primo fra tutti il bomber Gionata Spinesi) risalgono la china fino all’ultima partita che decide tutto. E’ un derby abruzzese, da una parte il Castel di Sangro per la salvezza, dall’altra il Pescara che si gioca la A. L’epilogo dell’incredibile storia del Castel di Sangro, raccontata in un libro dello scrittore statunitense Joe Mc Ginnis dal titolo “The Miracle of Castel di Sangro” è nel tiro di Claudio Bonomi che trafigge la rete del Pescara. Il Castello rimane in B!
Poco conta quello che accadrà in seguito, la caduta in C, una presunta storia di risultati truccati e la radiazione per problemi finanziari. Oggi esiste l’Associazione Calcistica Dilettantistica Castel di Sangro Cep 1953, che è ripartita dalla seconda categoria, ma la favola del Castel di Sangro rimarrà per sempre una delle più belle pagine del calcio italiano.

09.08.2022 ore 21,00

Centro Sportivo di San Nicolò, Spoleto (PG)

Formazioni;

1. W. Castel di Sangro.
Fabrizio, Pietro, Michele, Jacopo, Alessandro.

2. L. Pescara.
Federico, Gianluca, Claudio, Andrea, Simone.

Note: continua il nostro incessante cammino attraverso la stagione 2022. Un clima più “docile” ci ha regalato un match interessante, reso ancora più intrigante da ritorni eccellenti. La presenza ormai abituale del padrone di casa Fabrizio e di un altro elemento che già aveva partecipato ai nostri incontri, hanno fatto sì che abbiamo assistito ad una gara di vecchio stampo. Per una volta i pronostici sono stati rispettati ed il Castel di Sangro, sulla carta più forte atleticamente, alla fine ha imposto la sua legge, con un parziale iniziale di 4-1, difficile da recuperare per i compagni. Nonostante tutto, il Pescara non si è scomposto e, pur conscio delle difficoltà, ha continuato a fare il suo gioco, costruendo belle trame e limitando onorevolmente il passivo. Ancora una volta una bella serate e una bella partita, grazie, come al solito, al grande impegno di tutti i giocatori in campo.

MVP. Fabrizio. “…più che determinante all’interno della gara, a partire dalla generosità, intelligenza tattica, arrivando ai tiri da fuori pericolosissimi, di cui 4 realizzati e l’organizzazione di gioco. Per non parlare dell’aspetto difensivo, quasi sempre ineccepibile nell’anticipo e nel rientro”. Che dire…semplicemente giusto. Mi permetto solo di segnalare, come peraltro già fatto da Jacopo, l’ottima prova di Pietro, sia per la qualità che per la quantità delle azioni che lo hanno visto assoluto protagonista.

Terzo tempo: V4 Le Mattonelle, Spoleto.

“Il paradosso del calabrone”ultima modifica: 2022-08-11T18:25:44+02:00da atleticomartedi
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