Il lato sconosciuto della sconfitta

La sconfitta nello sport ha molte facce, spesso alcuni di noi lo dimenticano o, più semplicemente, lo ignorano. In effetti, gli sconfitti nello sport vengono liquidati con poche parole, si parla genericamente di delusioni o di occasioni mancate. Tutto questo rappresenta una vera mancanza, se si pensa che nell’altro lato della medaglia, spesso sono insite anche le ragioni per ribaltare la situazione e giungere presto al successo,
Del resto ci sono diversi modi per perdere, ma anche in quelli che appaiono una via senza ritorno, possiamo trovare degli elementi di valutazione.
Basti pensare a ciò che è accaduto in questi giorni alle squadre dell’ ItalVolley e dell’ItalBasket. Per pura ammissione del CT della Nazionale del Volley, Ferdinando De Giorgi, le sconfitte riportate in alcune gare recenti sono state essenziali per limare le lacune del gruppo e renderlo più completo ed unito, tanto da arrivare magnificamente ed incredibilmente al titolo mondiale dopo 24 anni. E che dire degli azzurri del Basket guidati da Pozzecco; per quanto mi sforzi di polemizzare ed essere pessimista, la sconfitta riportata nei quarti di finale dell’Europeo contro la Francia, ha tutti i tratti della vittoria.
Nel calcio ad esempio è difficile pensare ad un risvolto positivo in quella che ad oggi rappresenta la peggior sconfitta riportata da una nazionale del ranking FIFA in una partita di qualificazione ai mondiali. Quel 31-0 a favore dell’Australia nei confronti delle Isole Samoa, registratosi nel 2011, lascia poco spazio ad interpretazioni, ma altra cosa ad esempio potremmo dire della sconfitta del Milan nella finale di Champions del 2005, contro il Liverpool, dopo un primo tempo finito 3-0 per i rossoneri. Non solo i tifosi rossoneri, ma tanti esperti del mondo del calcio si chiesero cosa fosse capitato a quella squadra, formata da grandi campioni, dopo una prima frazione di gioco dominata e all’interno di una partita ormai in pieno controllo. Anche se sembra un paradosso dirlo, ma quella sconfitta dolorosissima introdusse, anche inconsapevolmente, motivi di studio che furono necessari per affrontare le future gare e la rabbia che ne generò, fu elemento fondamentale per ottenere la vendetta perfetta appena due anni dopo.
A volte poi le sconfitte arrivano così, come la pioggia inaspettata dopo una giornata di sole, senza senso e senza ragione, quando gli analisti del calcio, passando ai raggi X le due squadre, avevano predetto ben altro.
Questo più o meno quello che accadde l’8 luglio del 2014, quando allo stadio Mineirao di Belo Horizonte, si affrontarono Brasile e Germania per la semifinale della Coppa del Mondo. Malgrado la forza della Germania, in molti pronosticarono una vittoria del Brasile che, finalmente, poteva sollevare la Coppa del Mondo tra le mura amiche.
Quello che successe dopo il fischio di inizio francamente era impossibile da pronosticare e tutto il mondo osservò incredulo la nazionale verdeoro cadere impassibile sotto i colpi impietosi della Germania di Loew. 5-0 dopo 29′ minuti, pazzesco! Un match senza storia, quasi un’esibizione per i tedeschi, ma la cosa più assurda emerse mesi dopo quando venne fuori, dalle interviste dei giocatori, come fu lo stesso CT della Germania a redarguire, alla fine del primo tempo, la propria squadra a non mancare di rispetto alla nazionale brasiliana e a togliere, per coì dire, il piede dell’acceleratore difronte ad avversari chiaramente in difficoltà, quasi sotto choc. Il 7-1 finale è rimasto, suo malgrado, nella storia del calcio ed il nome “Mineirazo”, con cui venne ribattezzata quella lacerante sconfitta, non fece altro che richiamare la tragedia sportiva del 1950, quando il Brasile, allo stadio Maracanà, perse da strafavorito, al cospetto di un’intera Nazione che aspettava solo di festeggiare, la finale della Coppa del Mondo contro l’Uruguay. Molto si è scritto sul “Maracanazo”, senza dimenticare antiche leggende e le più svariate dicerie. La verità forse risiede nel fatto che certe giornate semplicemente accadono e si ripetono e, malgrado le analisi più disperate e la ricerca spasmodica delle ragioni, alcune volte l’unica medicina utile è il silenzio.
“Solo tre persone sono riuscite a zittire il Maracanà: Frank Sinatra, Papa Giovanni Paolo II ed io” (Alcides Ghiggia, naz. Uruguay).

13.09.2022 ore 20,00

Impianto Sportivo Pro Loco di San Venanzo, Spoleto.

Formazioni:

1.W.Germania
Jacopo, Besmir, Jared, Roberto, Pietro.

2.L. Brasile
Federico, Claudio, Gianluca, Ignazio, Riccardo.

Note: purtroppo non tutte le partite nascono e si sviluppano così come le abbiamo pensate. Per quanto si cerchi di allestire squadre equilibrate e si ragioni sulle possibili variabili che possono verificarsi all’interno di una partita, molte volte l’imponderabile o semplicemente quello che non riusciamo a vedere perchè siamo offuscati da elementi ingannevoli, è dietro l’angolo. Questa è la spiegazione più estrema e sintetica che posso dare all’ultima gara del nostro campionato. Una partita a senso unico in favore della Germania, senza se e senza ma; giocatori del Brasile sovrastati fisicamente e raddoppiati atleticamente dagli avversari, incapaci quasi di uscire dalla propria aerea. Certo potremmo dire che la partita è durata di meno e che i casaccati hanno sprecato banalmente ghiotte occasioni da gol, ma il buon senso ci spinge a non percorrere troppo questa strada, evitando inutili spiegazioni. La cosa migliore da fare in questi casi è di ragionare sui propri errori, ma sia ben chiaro: solo al fine di organizzare partite più divertenti, e , come al solito, di fare i complimenti agli avversari.

MVP. Jared. “…devastante in fase offensiva e difensiva”. Parole che racchiudono tutta la sostanza della grande prova di Jared, il quale oltre a segnare una rete memorabile “coast to coast”, ha ricoperto con uguale rendimento tutte le zone del campo, agevolando l’indiscussa vittoria della propria squadra.

Terzo tempo. V4 Le Mattonelle, Spoleto.

Il lato sconosciuto della sconfittaultima modifica: 2022-09-17T16:51:52+02:00da atleticomartedi
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